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lorose sarebbero le conseguenze e dolorosi gli strascichi che offuscherebbero la bella fama dei soldati d'Italia.

Hai imparato a distruggere vite e cose, devi riabituarti a rispettare le persone ed a ricostituire quanto fato di guerra ha voluto che tu distruggessi: devi apprestarti ad annientare gli effetti della distruzione, lavorando, creando, producendo.


III

Il nuovo credo.


Lavorare e produrre, ecco il tuo credo, ecco l'articolo di fede di tutti gli uomini di buona volontà.

Tutte le forze, tutti i mezzi che hai impegnato per colpire a morte il nemico devono per tua volontà trasformarsi ed indirizzarsi all'opera di ricostruzione e di rinnuovamento, ed essere elemento di bene, di prosperità e di progresso.

Tornando a casa tua, al tuo campo, fra i tuoi cari, ripigliando il lavoro ordinario, rientrando nella rombante officina, devi mantenere la personalità e la coscienza che la guerra ti ha dato: non scomparire, non rientrare nel nulla dal quale sei uscito al grido d'allarmi: quella personalità che le sofferenze della trincea ti hanno lentamente costruito e le convulsioni del combattimento ti hanno temprato cosicchè n'è uscito il tuo nuovo carattere; quella personalità che, vecchi, donne e fanciulli, i cittadini tutti hanno riconosciuto ed ammirato piangenti di commozione nei momenti dello sforzo e del dolore, esultati nell'istante della vittoria, non ti è stata tolta collo svestire della giubba che conobbe il Carso, si scolorì nel Trentino, si strappò sul Piave, ma ti è rimasta e la devi conservare come una tua conquista morale, come un tuo patrimonio spirituale