Quel, che maligno a sì funesta sera
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Gio. Battista Cotta
XVI
Quel, che maligno a sì funesta sera
Trasse del Mondo i lieti giorni e fausti,
M’ingombra il cor d’atri pensieri infausti,
E addita a me de’ falli miei la schiera.
5Alto poi grida: O miser uom, dispera,
Già tutt’i fonti hai di pietade esausti;
Nè per lacrime, o preghi, od olocausti
Fia mai, che tolga l’empia macchia e nera.
Odi, Padre del Ciel, dal soglio eterno
10La rea bestemmia, e ad immortal tuo vanto
Forte confondi il mentitor d’Averno.
Che più non speri! Ah vuo’ sperar fin tanto
Ch’io vivo. E quando mai prendesti a scherno
Del Figlio il sangue, e de’ Mortali il pianto?