Primi poemetti/La sementa/Nei campi

Nei campi

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NEI CAMPI


i


Il capoccio avea detto: “Odimi, moglie.
Senti le rare tremule tirate
3che fanno i grilli? Cadono le foglie;

e tristi i grilli piangono l’estate.
L’altra notte non chiusi occhio, tanto era
6quel gridìo! — Seminate! Seminate! —

credei sentire. Poi, sentii ier sera
passar su casa un lungo rombo d’ale:
9l’anatre vanno per la notte nera.

C’è sopra il verno. Il primo temporale
cova nell’aria. Sai che, per il grano,
12presto è talora, tardi è sempre male.

Domani voglio il mio marrello in mano;
che chi con l’acqua semina, raccoglie
15poi col paniere; e cuoce fare in vano

più che non fare. Incalciniamo, o moglie„

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ii


E per due giorni consegnava il grano
alle soffici porche. Seminare
19volle la costa, seminare il piano.

E per due giorni non uscì da mare
pure una nube; e il garrulo vicino,
22“Il tempo è in filo„ gli dicea, “compare!„

Ma egli arava tutto il giorno, chino
sopra le porche. Il terzo dì, cantava
25al buio il gallo prima di mattino.

Ed egli al buio sorse, ed aggiogava
le brune vacche (uscirono mugliando
28e rugumando la lor verde bava),

e seminava. Dore al giogo, Nando
era alla coda: Nando, il suo maggiore,
31che ammoniva le bestie a quando a quando,

tarde, e la forza pargola di Dore.


iii


Forza di Dore, le divincolanti
vacche reggevi; ma tuo padre il grano
35pulverulento si gettava avanti.

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La sementa spargea con savia mano;
altri via via copriva la sementa.
38L’aratro andava, nell’ombrìa, pian piano:

qualche stella vedea l’opera lenta.