Primi poemetti/La sementa/L'alba
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L’ALBA
aprì le imposte, piccola e lontana
3dal cielo la garrì la cappellaccia.
Dalla Pieve a’ Cipressi la campana
sonava l’alba: in alto, sul Mongiglio
6erano bianchi bioccoli di lana.
Raspava una gallina sopra il ciglio
d’un fosso. Po s’alzò, scosse la brina,
9scodinzolando, con uno sbadiglio.
Ed al frizzar dell’aria mattutina,
nel comun letto si svegliò Viola,
12all’improvviso, e mormorò: “Rosina!
Rosina!„ E già taceva la chiesuola
lasciando udire un canto di fringuello,
15e, per i campi ombrati di viola,
lo squillar de’ pennati sul marrello.
E Rosa in tanto, al davanzale, i semi
coglieva d’una spiga d’amorino,
19e mondava dal secco i crisantemi.
Si sfumò d’oro un bioccolo argentino:
oh! una mandra, tutta oro, tranquilla
22pasceva in alto in mezzo al cilestrino.
Corsero come guizzi di pupilla;
tutto via via razzava: un fil di paglia
25nel concio nero, un ciottolo, una stilla.
Ma il sole entrava come in una maglia
sottil di nubi d’un color d’opale,
28e traspariva dalla nuvolaglia.
Rosa si ravviava al davanzale:
or luce, or ombra si sentìa sul viso;
31chè il sol montando per il cielo a scale
appariva e spariva all’improvviso.
Appariva e spariva; e venìa meno
la terra all’occhio, e poi, come in un fiato,
35tutto balzava su verso il sereno.
A monte, a mare, ella guardò; guardato
ch’ebbe, ella disse (udiva sui marrelli
38a quando a quando battere il pennato):
“Aria a scalelli, acqua a pozzatelli„