Il libro

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L'immortalità La felicità
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IL LIBRO


i


Sopra il leggìo di quercia è nell’altana,
aperto, il libro. Quella quercia ancora,
3esercitata dalla tramontana,

viveva nella sua selva sonora;
e quel libro era antico. Eccolo: aperto,
6sembra che ascolti il tarlo che lavora.

E sembra ch’uno (donde mai? non, certo,
dal tremulo uscio, cui tentenna il vento
9delle montagne e il vento del deserto,

sorti d’un tratto...) sia venuto, e lento
sfogli — se n’ode il crepitar leggiero —
12le carte. E l’uomo non vedo io: lo sento,

invisibile, là, come il pensiero...


ii


Un uomo è là, che sfoglia dalla prima
carta all’estrema, rapido, e pian piano
16va dall’estrema, a ritrovar la prima.

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E poi nell’ira del cercar suo vano
volta i fragili fogli a venti, a trenta,
19a cento, con l’impazïente mano.

E poi li volge a uno a uno, lenta- 
mente, esitando; ma via via più forte,
22più presto, i fogli contro i fogli avventa.

Sosta... Trovò? Non gemono le porte
più; tutto oscilla in un silenzio austero.
25Legge?... Un istante; e volta le contorte

pagine, e torna ad inseguire il vero.


iii


E sfoglia ancora; al vespro, che da nere
nubi rosseggia; tra un errar di tuoni,
29tra un alïare come di chimere.

E sfoglia ancora, mentre i padiglioni
tumidi al vento l’ombra tende, e viene
32con le deserte costellazïoni

la sacra notte. Ancora e sempre: bene
io n’odo il crepito arido tra canti
35lunghi nel cielo come di sirene.

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Sempre. Io lo sento, tra le voci erranti,
invisibile, là, come il pensiero,
38che sfoglia, avanti indietro, indietro avanti,

sotto le stelle, il libro del mistero.