XCVII

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XCVI XCVIII
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XCVII.


Amor, che meco in quest’ombre ti stavi
     Adocchiando il bel viso di costei
     Quel dì, che volentier fatta l’avrei
     4Quella cosa, se tu non mi guastavi.
Perchè se niente niente m’ajutavi,
     Io sapea rimediar a' fatti miei,
     E aprirle ad uno ad uno i culisei
     8Con le mie salde ed ingegnose chiavi.
Ma ben veggio or, che quasi al popol tutto
     Favola son per ciò vedendo omai,
     11Che del troppo rizzar, vergogna è il frutto.
Pur il meglio è sperare in tanti guai.
     Forse non avrò sempre il viso asciutto,
     14Ch’io mi pasco di lagrime, e tu ’l sai.