LXXXVII

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LXXXVII.


Possente Dio, al cui sacrato nume
     Fumano in Ellesponto mille altari,
     E mille lampe ne’ dì foschi e chiari
     4Alle reliquie tue fan sempre lume.
Sì, come, d’anno in anno, han per costume,
     Così pur ora con le voglie pari
     Quì spargono al tuo nome i pastor cari,
     8Di fiori un nembo, e poi di latte un fiume.
E, perchè paja il sacrificio bello,
     E s’approvi il valor dell’ostia intera
     11Col testimon del sangue e del coltello,
Saltan d’intorno, e alfin con voce altiera
     Mattan 1 d’Arezzo il publico asinello
     14Come degli onor tuoi vittima vera.

Note

  1. Mattan; sacrificano: dal verbo latino; mactare.