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LIV LVI
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Le prime donne, che verran di notte
     A pormi le mie fave tutte a sacco,
     E guasto ne faranno e grande ammacco,
     4Stracciandole co’ denti e crude e cotte.
Io fo preghiera a Dio, che le lor potte
     Abbian bisogno di portate il giacco,
     E ch’ogni stecco d’asino e di bracco
     8Lor dia per ordinario due botte.
E ’l primo uomo, che sarà sì altiero,
     Che penserà trattarmi da forlano
     11In rubarmi un susino, un fico, un pero.
Io fo preghiera a Dio che incappi in mano
     Allora allora di quel cavaliero, 1
     14Che ruppe il culo al Vescovo di Fano.

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Note

  1. Pier Luigi da Farnese, figliuolo di Paolo III; Vedi ciò che ne dice Benedetto Uarchi nell’istoria fiorentina, pagina 639, edizione di Colonia 1721, in-folio, il che si conferma pure da Bernardo Segni nelle sue storie fiorentine, pagina 304, edizione di Augusta 1723 in-fol.