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DEL FRANCO. | 95 |
LVI.
Da tutti i ladri augelli, m’assicura
La falce, e la mia verga mascolina,
Salvo che da quest’aquila rampina
4Che degli obbrobrj suoi tien poca cura.
Vanne ria fera in qualche sepoltura
A sbramar i tuoi artigli da rapina
Tu, degli augelli nò la gran regina,
8Tu non sei giá, ma mostro di natura.
Poichè malgrado di chi più t’onora
Per poter con due bocche divorare
11Vuoi con due teste contrafarti ognora.
Hai dalle donne forse questo andare,
La cui ingordigia per due bocche ancora,
14Innanzi e dietro si convien cibare?
LVII.
O vos omnes, vigliacchi nati in Spagna
Che all’orto mio venite stravestiti,
E da me volete essere serviti,
4Nè darmi in ricompensa una castagna.
Non mi venite innanzi con magagna,
Ch’io vi conosco a’ visi tramortiti:
Se trovar non sapete altri partiti,
8Ite ad assassinar alla campagna.
Mutiate pur le vostre foggie spesse,
E quattro volte il giorno, e cinque e sei,
11E bigarriate pur cappe e braghesse.
Perchè ancor cieco io vi conoscerei:
E chi diavol non vi conoscesse
14Se avete il contrassegno degli Ebrei?
lonia 1721, in-folio, il che si conferma pure da Bernardo Segni nelle sue storie fiorentine, pagina 304, edizione di Augusta 1723 in-fol.