CXIII

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CXIII.


Poi che nell’orto vidde raunati
     L’ortolano Aretin, nè senza offese
     Mille strani animali, alle difese
     4Venne fra l’erbe ov’erano annidati.
Pur conoscendo i frutti abbandonati,
     Ne trovando rimedj a tante imprese,
     Per fargli spaventacchio ci sospese
     8Tutti gli scartabelli suoi stampati.
E perchè pinto portano il flagello,
     Sparve ogni fera, ond’egli in quel disio
     11Vedendo il suo giardin purgato e bello,
Disse a man giunte: Or sia lodato Dio,
     Ch’ho ritrovate cose col cervello
     14Da mantenerne netto l’orto mio.