Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/Lettera scritta sul finir dell'autunno a Girolamo Pompei

Lettera scritta sul finir dell'autunno a Girolamo Pompei

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Lettera scritta sul finir dell'autunno a Girolamo Pompei
Da Parigi ove Lesbia trovavasi al signor Girolamo Pompei A Polidete

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LETTERA

SCRITTA SUL FINIR DELL’AUTUNNO

A GIROLAMO POMPEI

CHE STAVA RACCOGLIENDO

LE POESIE DEL DEFUNTO CH. TORELLI



Squallide, e tutte di tristezza piene
     Vi scorgo o piagge amiche, e voi già liete
     Selvette ombrose or taciturne e ignude
     Più risponder non v'odo a le soavi
     5Note de’ pinti augelli, o al mormorìo
     D’aura dolce leggiera, ahi! fatte solo
     Di nevosi Aquiloni orrido impero.
     Piagge, selvette addio; me pur richiama
     Lunge da voi la stagion fredda e ingrata
     10Ver la città, ove le piogge, il gelo,
     E l'addensate nebbie in chiuso loco
     Trar mi faranno i giorni, ognor temendo
     Di lento rema, o d’acre tosse oltraggio;
     Ma pur mercè degli animati carmi,
     15Che mille sanno immagini leggiadre
     Nella mente destar, io verrò spesso
     Benchè lontana ad abitar fra voi;

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     Oh de’ carmi poter! per lor mi lice
     Anco a più stranie terre andar veloce
     20E mirar varie genti, ed or di nuovo
     Superar l’Alpi, or valicar le schiene
     Del selvoso Appennino, e fin del mare
     Credermi a l’acque, ed insultarne i flutti
     Ma più sovente scorgemi il desire
     25A le superbe avventurose mura
     Cui fa l’Adige specchio, e là su quelle
     Beate rive con piacer mi aggiro.
     Ed oh come festosa io prendo allora
     Con teco a ragionar, spirto gentile,
     30A Minerva sì caro, e al biondo Apollo!
     Oh come fisa da tuoi detti io pendo,
     E i cari ascolto armonïosi accenti
     Co’ quai sì dolce a le foreste insegni
     De la tua Fille risonare il nome!
     35Ma qual fra studj tuoi novello or volgi
     Febeo lavor? e qual aureo volume
     Da l’ignobile polve in cui giacea
     Tratto, e per opra tua fatto animoso
     Già si appresta a veder del giorno i rai?
     40I versi, ah li ravviso, i versi eletti
     Essi pur son del tuo Torelli amato,
     Di cui l’invida Parca ahi! troppo presto
     Troncò lo stame, e nel troncarlo tutte

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     Le sacre rive del Permesso empìo
     45D’inconsolabil’ amarezza e lutto.
     Certo egli or spesso al fianco tuo sen viene
     Da’ cheti elisii chiostri ove gli è dato
     Fra i sommi vati spazïar cantando
     Ombra felice, e degli onori esulta,
     50Che di lagrime invece e di sospiri,
     Or l’amica tua man gli offre pietosa,
     Sicch’anco tua mercè più bella viva
     La sua parte miglior, che della morte
     L’ire non teme e il lungo urtar degli anni.