E musiche per camere d’infermi,
su vecchi pianoforti di cipresso,
dolci perchè la sera che ritarda 4non sia troppo penosa ai sofferenti.
Le camere son piene di violette.
E le sorelle suonano. La madre
cammina come un’ombra, sulla punta 8dei piedi scalzi, senza far rumore.
Spasimano gli infermi in fondo ai letti,
pallidi per le angosce insoddisfatte
dei loro sensi, mentre il sangue batte 12su quel ritmo di musica straziante.
Nelle camere piene di violette
la musica decresce a nota a nota,
s’affievolisce con la luce: quasi 16non s’ode più... Non ci si vede più.
Ombra e silenzio... Invano le sorelle
danno le mani al bacio degli infermi,
che portano posata sopra il petto 20la testa della madre, accanto ai cuori.
Fuori le prime stelle della sera
si coprono il bel volto con le palme,
per non vedere, e piegano un ginocchio 24orando innanzi a calici di pianto.