XIX. Tutto sei dolce, Idio signor eterno

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XIX. Tutto sei dolce, Idio signor eterno
XVIII. XX.
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XIX.


Tutto sei dolce, Idio signor eterno,
     Lume, conforto e vita del mio cuore:
     Quando ben mi t’acosto, alor discerno
     Che l’alegreza è, senza te, dolore.
     Se tu non fussi, il ciel sarebbe inferno:
     Quel che non vive teco sempre, more.
     Tu se’ quel vero e sommo ben perfetto,
     Senza qual torna in pianto ogni diletto.
 
Quanto è ignorante, cieco, stolto e pazo
     Chi va cercando fuor di Dio letizia!
     Qual cosa è più bestial, ch’esser ragazo
     Del mondo e del demon pien di tristizia?
     El vero gaudio e massimo solazo1
     Si trova solo in divina amicizia,
     La qual s’acquista con fede operata,
     Servando ben le sante sua mandata.
 
E simelmente chi cerca richeze,
     Onor, piacer2 sensuali o terreni,

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     Non può gustar di queste gran dolceze;
     Chè ’l mondo non può dar questi gran beni.
     E veri gaudii e le somme alegreze
     El Signor dona a’ cor di fede pieni.
     Iustissimo è che, chi non cerca Dio,
     Non trovi cosa ch’empia el so desio.




Varianti dell’autografo Palatino.


St. I, verso 1: Tuto. — 2: e conforto. — Ivi: core. — 3: Quanto più mi t’acosto, allor discerno. — 5: el ciel. — 7: sei. — 8: Senza el qual.

St. II, verso 2: for de Dio. — 3: ragazio. — 4: nequitia. — 5: solazio. — 6: sol in divina amicicia.

St. III, verso 2: Onori, piaceri sensuali e terreni. — 5: alegrezie. — 8: il. — Finis.

  1. L’autografo, solazzo.
  2. L’autografo, piaceri.