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XIX.
Tutto sei dolce, Idio signor eterno,
Lume, conforto e vita del mio cuore:
Quando ben mi t’acosto, alor discerno
Che l’alegreza è, senza te, dolore.
Se tu non fussi, il ciel sarebbe inferno:
Quel che non vive teco sempre, more.
Tu se’ quel vero e sommo ben perfetto,
Senza qual torna in pianto ogni diletto.
Quanto è ignorante, cieco, stolto e pazo
Chi va cercando fuor di Dio letizia!
Qual cosa è più bestial, ch’esser ragazo
Del mondo e del demon pien di tristizia?
El vero gaudio e massimo solazo1
Si trova solo in divina amicizia,
La qual s’acquista con fede operata,
Servando ben le sante sua mandata.
E simelmente chi cerca richeze,
Onor, piacer2 sensuali o terreni,