Poesie (Rilke)/II, 28
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II, 28
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O vieni e va’. Quasi bambina avanza
per un momento la figura al gesto
di quelle immagini astrali di danza
in cui talvolta la natura arresta
il suo sordo lavoro. Solo un tempo
la ridestò la musica d’Orfeo.
Tu aprivi allora le docili membra
turbata appena se al tuo fianco un vero
albero si muoveva ad ascoltare.
Sapevi il luogo dove coi suoi canti
la lira si levò –: l’orma terrena.
Per quello osasti i bei passi tentare
sperando un giorno dell’amico il viso
volgere, e il piede, a una festa serena.