Poesie (Rilke)/II, 26
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II, 26
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Come ci prende il grido dei voli...
Forse un qualsiasi grido pensato.
Pure i bambini che giocano soli
sanno gridare passandoci a lato.
Gridano il caso. Nei vaghi interregni
di questo spazio del mondo (in cui puro
entra lo strido d’uccello, e s’insinua
l’uomo nel sogno) essi piantano acuto
il grido. – A noi che rimane? Tremanti
di risa agli orli, aquiloni strappati
sempre la vuota tempesta ci attira,
stracci nell’aria. – Ma tu, dio del canto,
ordina i gridi! Che a un segno destati
alto trasportino il capo e la lira.