Poesie (Rilke)/Lamento di una monaca

Lamento di una monaca

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Rainer Maria Rilke - Poesie (XX secolo)
Traduzione dal tedesco di Giaime Pintor (1942)
Lamento di una monaca
II, 28 *** (I)

Gesú Signore – piegati
a un uomo come tanti.
Tu sei ricco e possiedi
i piú splendidi ammanti
del cielo su di te.

Le donne che ti sei scelte
un giorno, a te sono rese:
puoi leggere con loro
e giocare, e a Teresa
mostrare le tue stanze.

Tua madre in cielo ora
è una dama e fiorisce
il suo nome regale
dalle nostre preghiere,

qui, da questi giardini
d’inverno, dove a volte
tu guardi, e strani cespi
trai dalle nostre voci.

Gesú Signore – hai tutte
le donne che tu ami.
Il mio grido che importa
se si perda o ti chiami?

Si perde in un lamento
e lo spazio lo strema.
Altre voci tu senti;
non t’ingannare: appena

dal mio cuore mi accosto
al mio viso che canta.
E vorrei farti male,
Signore, ma mi manca

l’animo: se sollevo
verso te la mia pena
subito ricade mite
e fredda come neve.

Fuori fossi rimasta
dove ho cominciato,
il giorno sarebbe angoscia
e la notte peccato.

Forse mi avrebbe presa
un uomo, e sarei sola,
e un altro sarebbe venuto
e la mia bocca ancora

soffrirebbe dei baci.
E un terzo a piedi l’avrei
seguito, ma, Signore,
per averne pietà;

e per stanchezza e paura
a un quarto mi sarei data
per non giacere piú sola
e abbracciare una creatura.

Ma se nessuno ha dormito
accanto a me, tu mi salvi?
Dov’ero quando cantavo?
Chi chiamo nei nostri salmi?

La mia vita è lontana –
Gesú, dimmi: è con te?
L’hai tu vista venire?
E sono in te, Signore?
E sono in te, Gesú?

Pensa: cosí finisce
nel rumore del giorno.
Ciascuno la rinnega,
nessuno piú conosce
la mia vita, Gesú.

Ed era la mia vita,
Gesú Signore, sei certo?
Non un’altra in cui pure
nessun morso abbia aperto
un suo segno, Gesú?

O la mia vita forse
non è con te, ma langue
spezzata, e intanto piove,
piove e l’acqua la bagna,
e gela dentro, Gesú?