Poesie (Rilke)/I, 10
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I, 10
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Voi dal mio animo non mai lontani
saluto antichi sarcofaghi, tersa
voi l’acqua gaia dei giorni romani
come un mutevole canto traversa.
O quelli aperti come d’un lieto
pastore gli occhi al mattino, di lamio
pieni nel cavo del marmo e quieti,
da cui si levano rapiti sciami.
Voi tutti al dubbio sottratti saluto,
bocche di nuovo dischiuse, che un tempo
sapeste il senso d’essere muti.
Noi lo sappiamo, non lo sappiamo?
Le due parole l’ora esitante
traccia confuse sul viso umano.