Poesie (Rilke)/I, 7
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I, 7
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Ecco, esaltare! A esaltare egli venne,
sgorgò cosí come sgorga dal muto
sasso il metallo. Il suo cuore è il caduco
filtro d’un vino agli umani perenne.
Non mai la polvere spegne la pura
voce se l’eco del dio la trascina.
Tutto diventa grappolo e vigna
che il suo sensibile agosto matura.
Non il marcire dei re nella tomba
muta in menzogna il suo canto, non l’ombra
che da figure divine si posa.
Perché egli è uno dei messi piú forti
che ancora oltre le soglie dei morti
levano coppe di frutti gloriosi.