Poesie (Parini)/III. Cantate/I. La figlia di Iefte
Questo testo è incompleto. |
◄ | III. Cantate | III. Cantate - II. L'Abigail | ► |
I
LA FIGLIA DI IEFTE
Cantata.
Oh Dio! Padre, che festi? Ahi sventurato,
col sangue de la figlia
macchiasti i tuoi trofei,
e il tuo voto pon fine a i giorni miei.
5Al tuo arrivo, o signore,
balzommi il cor nel petto. — Ecco, — diss’io,—
ecco il padre che vien. Questo mel dice
palpitare improvviso
d’insolito contento. Ad incontrarlo
10meco uscite, o compagne. I suoni e i canti
festeggino con noi. Cingiam di fiori
il suo crin glorioso;
gli onorati sudori
da la fronte tergiam; baciam la destra
15ond’è salvo Israele.—Ahi fiera sorte!
Corro, o padre, al tuo seno;
e in braccio al genitor trovo la morte.
Ahi che fatai promessa
al nostro Dio ti lega!
20Ecco la figlia oppressa,
oppresso il genitor.
Padre, che dissi mai?
A la figlia non lice
condannare il tuo zelo.
25Se fu senno od error, sol noto è al cielo.
Cieco mortai non osi
di Dio le strade esaminar. Sia certo
ch’ei felici ne vuol; che spesso viene
dall’abisso de’ mali il nostro bene.
30Eccomi ancella tua. Sol mi concedi
la mia sorte immatura
pianger due lune al monte. Abbia natura,
o padre, i dritti suoi;
poi si faccia di me quel che tu vuoi.
35Si, mi vedrai fra poco
tornar costante vergine;
ma tra il coltello e il foco
palpiterai, lo so.
Piangerò forse anch’io;
40ma fra le stesse lagrime
al tuo dovere e al mio
fedele obbedirò.