Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/XX

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XIX XXI

Sonetto di Lodovico Marradi

 
Speranza, fede, carità, Signore
sommo, mi mosse a mostrarti l’effetto
dell’ardente mio cor, tanto perfetto
di conservar tuo bene e tuo onore,

onde meglio sperava. So’ in piggiore
carcer tenebroso più ristretto,
confinato per sempre e con dispetto:
soccorri a me, Santissimo Pastore!

Non vuol Gesù, del qual se’ ver vicario,
che mal per ben riceva servo buono,
ma ben per mal, s’ancor fosse il contrario.

Suplico degni chieder questo dono,
che l’arìa, sed e’ fusse, ben da Mario,
non che da questo magnifico trono.

Deb, fallo! sia perdono;
e, se non meglio, almanco nello stato
ritorni innanzi tal notificato.


Risposta di Francesco Alberti a Lodovico Marradi

 
Dove manca bontà cresce ogni errore,
e l’error volentieri è mal difetto
e non riescon gli avisi sempre al netto,
ma certo sia: chi mal vive mal muore.

Se con fraude pensasti uscir di fore,
mal si par che del mal ti sia corretto,
e sai ch’egli è provato e comun detto
che ’ngannator giammai mertò favore.

Né mai senti’ che ’l mal far volontario
a danno altrui, per isperar perdono,
non fusse atto bestiale e temerario.

Come el pentre e voler contrari sono,
così il parer dall’esser fa divario,
che t’ha messo in disgrazia e in abandono.

Concludendo io ragiono,
con chi so che m’intende e hal provato,
che chi il mal va cercando mal gli è dato.