Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/CXLVIII

CXLVIII. In morte del Burchiello

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CXLVIII. In morte del Burchiello
CXLVII CXLIX

 
S’Amore e Carità ['n] suo core accese
Dante a cantar e tristi e lieti regni
e tanto noti fare i nostri ingegni,
sempre Calïopè gliele concesse.

E se ’l Petrarca alle leggiadre imprese
puose mano, alla penna ed ire e sdegni,
faccendo versi suoi sì dolci e degni,
nulla Elicona mai dir gli contese.

Nostro Boccaccio, che, fignendo a caso,
dona al suo edïoma tal diletto
qual gli promise il fonte di Parnaso.

M’a quel Burchiel, che Cloto n’ha or tolto
chi ne concesse al suo dolce intelletto
tanto riso e piacere in gioco vòlto?

Non Urania el suo volto
gli volse, perch’io temo dar la fronda,
ché brieve burchio mosse sì lieta onda.