Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/CV

CV. Consolatoria

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CIV CVI

 
Misero a noi, quant’è grave lo ’mpaccio
del viver nostro pien d’ogni tormento,
suddito a fame a sete a caldo a ghiaccio!

E però, rimembrando el crudo istento,
qual mantener conviensi in tal sentero,
non facciàn del perduto alcun lamento;

né ci paia il Signore aspro e severo
se tolto ci ha quel dono alto e sereno,
che conforto ci diede al mondo intero.

Anzi con gran quïete el nostro seno
di purpurëi fiori e di vïole,
odorifere assai, sia colmo e pieno.

E là, dove dolere altri si sòle,
ha ’l pelegrin sepulcro el dono inane;
ancor facciàn poi che da noi si cole

le membra dallo spirto sì lontane.