Poesie (Foscolo)/Il proprio ritratto (1827)

Il proprio ritratto, sonetto

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Il proprio ritratto, sonetto
A Francesco Saverio Fabre Le Grazie
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IL PROPRIO RITRATTO,


sonetto1


Solcata ho fronte, occhi incavati, intenti;
     Crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto;
     Labbri tumidi, arguti, al riso lenti;
     4Capo chino, bel collo, irsuto petto.
Membra esatte; vestir semplice, eletto;
     Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti;
     Prodigo, sobrio, uman, ispido, schietto;
     8Avverso al mondo, avversi a me gli eventi.
Mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
     Alle speranze incredulo e al timore;
     11Il pudor mi fa vile e prode l’ira.
Cauta in me parla la ragion, ma il core,
     Ricco di vizj e di virtù, delira:
     14Forse da morte avrò fama e riposo.

Note

  1. Così fu modificato dall’Autore negli ultimi anni della sua vita.