Poesie (Eminescu)/Appendice/II (31). Fremito di selva

II (31). Fremito di selva

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Mihai Eminescu - Poesie (1927)
Traduzione dal rumeno di Ramiro Ortiz (1927)
II (31). Fremito di selva
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II (31).

FREMITO DI SELVA.


Freme il lago, ondeggia, brilla
   sotto il sole, ed io dal folto
   sto a mirar della foresta;
   e l’anima si fa mesta,
   5mentre il pitpalàc ascolto
       che, all’ombra, trilla.

Per torrenti e per sorgive
   sonnolenta l’acqua suona,
   e là, dove il sol saetta

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   10di tra i rami, timidetta
   ella fugge e s’abbandona
             ad altre rive.

O cùcùli, o merli, o tordi,
   voi cantate.... E chi v’intende?
   15Degli uccelli, di tra i rami,
   la famiglia fa i richiami,
   e il valor chiuso comprende
             dei vari accordi!

S’ode il cùcùlo gridare:
   20dov’è mai dei sogni estivi
   la sorella dolce e amata,
   somigliante ad una fata
   dai begli occhi stanchi e schivi,
                 che ovunque appare?

25Il gran tiglio una rametta
   tende a lei perchè la inchini,
   ma il tiglietto, a farle vento,
   e a rapirla su contento,
   ancor piove i fiorellini
             30sulla diletta.

La fontana mesta chiede:
   la regina ove s’è ascosa?
   Scioglierà le chiome belle,
   e, specchiandosi in me, nelle
   35acque mie vorrà pensosa
        spingere il piede?

Io rispondo: O selve amate,
   non vien più, più non vien ella!
   Querce, sol restate voi
   40a sognar quegli occhi suoi
   che mi fulsero qual stella
              tutta l’estate!

Eran belle le pendici,
   allorché mi avvinsi a lei!

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   45Breve favola, fiorita
   d’ogni incanto, or sei finita!
   Deh, ritorna, ovunque sei,
              siamo felici!