Poesie (Campanella, 1938)/Poesie postume/V. Sonetti politici/3. Roma a Germania

3. Roma a Germania

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Roma a Germania

Viveano, senza di natura il lume,
di caccia e di rapina le tue genti;
le selve avean per stanze con gli armenti:
io ti purgai del silvaggio costume,
Germania; e poscia, a fin non ti consume,
ti donai leggi, e t’allevai con stenti:
ti renunziai l’imperio, e gli altri ho spenti,
quando fui seggio dell’eccelso Nume.
Poi ti evangelizai l’eterna pace.
Che piú far ti potevo? Ma tu, ingrata,
or m’abbandoni, superba ed audace,
nuova Samaria o Grecia empia, malnata,
cui el vaneggiar con sua ruina piace.
Verrá, e ben presto, a te la lor giornata.