Poesie (Campanella, 1915)/Poesie postume/III. I Canti del carcere/2. Sonetto sopra il salmo Saepe expugnaverunt me

2. Sonetto sopra il salmo Saepe expugnaverunt me

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2. Sonetto sopra il salmo Saepe expugnaverunt me
III. I Canti del carcere - 1. Sonetto sopra il presente stato d'Italia III. I Canti del carcere - 3. Sonetto in lode di carcerati e tormentati per difesa dell'innocenza

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Sonetto sopra il salmo Saepe expugnaverunt me etc.
applicandolo l’autore a se stesso

Spesso m’han combattuto, io dico ancora,
fin dalla giovanezza, ahi troppo spesso!
ma d’espugnarmi non fu lor concesso,
ch’è Dio, che mi sostiene e mi rincuora.
Sopra le spalle mie, quasi ad ogn’ora,
fabricando processo con processo,
han prolungato il lor maligno eccesso;
ma la spada del Ciel per me lavora.
Vicino è ’l di, che le cervici altiere
e i colli torti e le lingue bugiarde
fará pasto di tigri, orsi e pantere:
qual fièn de’tetti, ch’in nascendo s’arde
pria che si colga e maledetto père,
son verso Dio le tirannie piú tarde.