Poemi italici/Tolstoi/III
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III.
E per la via moveano i due più oltre.
E li seguiva, a bocca aperta, un lupo,
grande, peloso. E ne vedeva l’ombra
il pellegrino, e lo credè venuto
5dietro i suoi passi dalla bianca steppa.
Ma il poverello: «È frate Lupo, un lupo
ch’era omicida pessimo, e la terra
gli era nimica; ma gli accattai grazia
e feci dar le spese, ch’io sapeva
10che tutto il male lo facea per fame».
Così dicendo il poverello, il lupo
chiuse la bocca che teneva aperta
per anelare, e mosse un po’ la coda.
E per la via moveano i due più oltre.
15E la campagna piena era d’uccelli
lieti del sole; e il poverello disse:
«Frate Leone, nella via m’aspetta
tanto che un poco io predichi a gli uccelli».
Entrò nel campo, e cominciò da quelli
20ch’erano in terra; e subito a lui tutta
venne la moltitudine infinita
che v’era, di su gli alberi; ed insieme
coglieano il frutto delle sue parole,
aprendo i becchi, distendendo i colli,
25movendo l’alie; e quando fine e’ pose,
in schiera su frullarono cantando.
E per la via moveano i due più oltre.
Ed un mendico venne loro incontro
e chiese loro carità d’un pane
30per Dio; ma il poverello nella tasca
non avea pane, e n’era assai dolente.
Ma un libro avea, ch’era il sol che avesse,
ed e’ lo prese dalla tasca, e diello
all’uom digiuno, e «To’» gli disse «e vendi
35questo a chi voglia, poi ch’a me non giova:
e compra pane, e Dio ringrazia e loda».
E questi prese il libricciolo e corse
verso una terra, per mutarlo in pane.
E ’l libro era il Vangelo di Gesù.