Poemi italici/Paulo Vcello/VIII

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Paulo Vcello - VII Paulo Vcello - IX
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CAP. VIII.


Come il santo partendosi da Paulo, che pur bramava sì piccola cosa, disse a lui una grande parola


Partiva, rialzando ora il cappuccio:
chè con l’ignuda Povertà tranquilla
3Paulo avea pace dopo il breve cruccio.

Lasciava Paulo, al suono d’una squilla
lontana, quando quel tremolìo d’ale
6d’uccello vide nella sua pupilla.

Ne lagrimò, chè ben sapea che male
non era in quel desìo povero e vano,
9ch’unico aveva il fratel suo mortale.

Venìa quel suono fievole e lontano
di squilla, lì dai monti, da un convento
12che Paulo vi avea messo di sua mano.

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Veniva il suono or sì or no col vento,
dai monti azzurri, per le valli cave;
15e cullava il paese sonnolento.

Santo Francesco sussurrò: «Di’ Ave
Maria»; poi senza ripiegar gli steli
18movea sull’erba, e pur dicea soave:

«Sei come uccello ch’uomini crudeli
hanno accecato, o dolce frate uccello!
21E cerchi il sole, e ne son pieni i cieli,

e cerchi un chicco, e pieno è l’alberello».