Poemi italici/Paulo Vcello/VII
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CAP. VII.
Come il santo intese che il desìo di Paulo era di poco ed ei gli mostrò che era di tanto
Così dicendo egli aggrandìa pian piano,
e gli fu presso, e con un gesto pio
3gli pose al petto sopra il cuor la mano.
Non vi sentì se non un tremolìo,
d’ale d’uccello. Onde riprese il Santo:
6«O frate Paulo, poverel di Dio!
È poco a te quel che desii, ma tanto
per l’uccellino che tu vuoi prigione
9perchè gioia a te faccia del suo pianto!
E’ bramerebbe sempre il suo Mugnone
o il suo Galluzzo, in cui vivea mendico
12dando per ogni bruco una canzone.
O frate Paulo, in verità ti dico
che meglio al bosco un vermicciòl gli aggrada
15che in gabbia un alberello di panico.
Lasciali andare per la loro strada
cantando laudi, il bel mese di maggio,
18odorati di sole e di rugiada!
A’ miei frati minori il mio retaggio
lascia! la dolce vita solitaria,
21i monti, la celluzza sur un faggio,
il chiostro con la gran cupola d’aria!»