Peregrino usignuol, s'avien che sia
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi morali e sacri
xix
cupio dissolvi et esse cum christo
Peregrino usignuol, s’avien che sia
chiuso colá fra prigionieri augelli,
e di gran rege in ricchi alberghi e belli
pargoletto cantor viva in balía;
quantunque amica mano ésca gli dia
e gli prestin ricetto aurei cancelli,
rivagheggiando il patrio ciel fra quelli,
sospira pur la libertá natia.
E cosí, benché ’l senso l’accarezzi,
duolsi, Signor, del carcer suo terreno
l’alma nodrita infra lusinghe e vezzi;
né requie avrá fin che ’l tenace freno
del ritegno mortal Morte non spezzi,
ond’apra l’ali a rivolarti in seno.