Per più d'un angue al fero teschio attorto
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Benedetto Menzini
IV
Per più d’un angue al fero teschio attorto
Veggio, ch’atro veleno intorno spiri,
Mostro crudel, che il livid’occhio e torto
Sullo splendor dell’altrui gloria giri.
5Il perverso tuo cor prende conforto,
Qualor più afflitta la virtù rimiri;
Ma se poi della pace afferra il porto,
Ti s’apre un mar di duolo e di sospiri.
Deh se giammai nell’immortal soggiorno
10Le mie preghiere il Ciel cortese udille;
Oda pur queste, a cui sovente io torno.
Coronata di lucide faville
Splenda Virtute: abbia letizia intorno,
Abbia la gloria; e tu mill’occhi e mille.