Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/974
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Una celebre dama irlandese morta pochi anni fa (lady Morgan) riferisce come cosa notabile, che, di tanti emigrati francesi che soggiornarono sí lungo tempo in Inghilterra, nessuno, o quasi nessuno, quando tornarono in Francia coi Borboni, aveva imparato veramente l’inglese, né poteva portar giudizio se non incompleto, inesatto, anzi spesso stravagantissimo e ridicolo, sopra la lingua e letteratura inglese; sebbene tutte erano persone ottimamente allevate e ornate, qual piú qual meno, di buoni studi.
Io non intendo con ciò di detrarre, anzi di aggiungere alla gloria di quei dottissimi e sommi letterati francesi che, malgrado tutte le dette difficoltà, facendosi scala da una ad altra lingua, mediante lunghi, assidui, profondi studi delle altrui lingue e letterature, mediante i viaggi, le conversazioni ec., sono divenuti cosí padroni delle lingue e letterature straniere che hanno coltivate, ne hanno penetrato cosí bene il gusto ec. quanto mai possa fare uno straniero, e forse anche talvolta quanto possa fare un nazionale (cosa per altro rara, che, eccetto il Ginguené, non credo che si trovi autore francese, massime oggidí, che abbia saputo o sappia giudicare con verità della lingua e letteratura italiana; e cosí discorrete delle altre). E non ignoro quanto debbano massimamente le lingue e letterature orientali ai