Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/903

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[p. 253 modifica] ad un tal punto, il principe non potendo adoperare la nazione a’ suoi propri fini, se non sino ad un certo segno, le armate non furono piú che tanto numerose. La nazione, che era ancora in qualche modo nazione, non tollerava facilmente, 1°, di guerreggiare pel puro capriccio del suo capo, e in bene di lui solo; 2°, le leve forzate, o almeno eccessive, [p. 254 modifica]3°, l’eccesso delle imposte per far la guerra. Non tollerava, dico, tutto questo o poneva il principe in gravissimi pericoli e disturbi al di dentro. Cosí che era dell’interesse del principe di risparmiare la nazione che ancora tanto o quanto esisteva, e risparmiarla sí nelle altre cose sí massimamente dove si trattava del suo sangue e delle sue proprietà piú care, che sono i figli, i congiunti ec. Dal tempo della distruzione della libertà fino ai principii o alla metà del seicento, i sovrani, se anche erano piú tiranni d’oggidí, cioè piú violenti e sanguinarii, appunto per l’urto in cui erano colla nazione, non sono stati però mai padroni cosí assoluti de’ popoli, come in appresso. Basta legger le storie e vedere come fossero frequenti e facili e pericolose in quei tempi le sedizioni, i tumulti popolari ec., che, per qualunque cagione nascessero, mostravano pur certo che la nazione era ancor viva ed esisteva. E non era strano in quei tempi, come dopo,