Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/877

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[p. 235 modifica] suoi, nocciono a quelli dell’altro, e non essendo possibile che l’uomo sacrifichi intieramente e perpetuamente se stesso ad altrui (cosa che ora si richiederebbe per conservare la società) e prevalendo naturalmente l’amor proprio, questo si converte in egoismo, e l’odio verso gli altri, figlio naturale dell’amor proprio, diventa nella gran copia di occasioni che ha, piú intenso, e piú attivo. 2°, Si è perduto in gran parte e si va sempre perdendo lo scopo della società, ch’é il bene comune, e ciò per la stessa ragione per cui se n’é perduto il mezzo, cioè la cospirazione degl’individui al detto fine. Dilatiamo ora queste considerazioni e, seguendo ad applicarle ai fatti ed alla storia dell’uomo, paragoniamo principalmente gli antichi coi moderni, cioè la società poco stretta e legata, e poco grande, cioè di pochi, con la società strettissima e grandissima, cioè di moltissimi.

Ho detto che l’amor proprio è inseparabile