Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/851

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[p. 221 modifica] quello stesso linguaggio egli usasse col popolo. Sí dunque la naturalezza semplicità e facilità di forma della lingua greca, tanto negli antichi scrittori quanto nella nazione; sí la quasi uniformità di linguaggio che ne seguiva fra i detti scrittori e il popolo, come questa era effetto di quella, cosí ambedue unitamente contribuivano a rendere la lingua greca adattata alla universalità; adattata, dico, in proporzione dei tempi, non quanto bisognerebbe esserlo oggidí, né quanto lo è la francese; ché oggidí una lingua per essere universale ha bisogno di essere arida e geometrica, e la greca era floridissima e naturalissima, di essere ristretta, e la greca era larghissima e ricchissima, di essere non bella, e la greca era bellissima. Perciò la greca non era, e nessuna bella e naturale lingua lo potrà esser mai, pienamente né stabilmente universale; ma sí per le dette ragioni, sí per le recate in altro pensiero, serviva a quella universalità lassamente