Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/844

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[p. 217 modifica] piú propri dello scrittore ec.: brevemente, c’era un altro spirito letterario e negli scrittori e nella nazione.

Dall’applicazione di questi principii alle lingue moderne passiamo alle lingue antiche. Che la forma e struttura di una lingua fosse cosí ragionevole, cosí conforme alla stretta verità ed ordine delle cose, come lo può essere in qualche lingua moderna, non era possibile fra gli antichi, dove regnava molto piú l’immaginazione, che la secca e infelice ragione. Non bisogna dunque nelle ragioni della universalità di una lingua antica ricercar troppa conformità con quelle, che richiedonsi allo stesso effetto in una lingua moderna. Una lingua antica poteva essere adattata alla universalità fino a un certo segno e conseguirla, ma non mai quanto una moderna. La lingua greca, sebbene piú figurata, non solo della francese, ma della italiana (dico della italiana che non pecchi di troppa e a lei non naturale conformità col latino andamento, come peccò alle volte nel cinquecento, al contrario