Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/800
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dire, talmente che, se alcuno de’ nostri scritti ci fosse pericolo che potesse passare di là da’ monti o dal mare, gli stranieri si maraviglierebbero sodamente come in questo secolo, in una nazione posta nel mezzo d’Europa, si possa scrivere in modo, che l’aver letto, si può dire, qualunque de’ libri italiani che ora vengono in luce, sia lo stesso né piú né meno che non aver letto nulla. Del resto il punto sta che la novità ch’io dico (e parlo in particolare della straniera) si sappia convenevolmente introdurre. Perché tutte le lingue antiche e moderne sono composte di elementi stranieri e pur tutte hanno avuto il tempo della loro purità e naturalezza; e potrà riaverlo anche l’italiana, non ostante l’aggiunta de’ molti nuovi e necessari elementi stranieri, purché si sappia fare e non si trascuri, anzi si coltivi profondamente, e sempre piú il proprio terreno (16 marzo 1820).
* Alla p. 785. Oltre di queste due sorte di novità ce ne sono altre simili, delle quali intendo pur di parlare. Cioè una voce italianissima e di buona lega può esser nuova per questo