Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/752

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[p. 166 modifica] tempo dopo la sua morte, cioè al tempo di Seneca ec., per ambedue le dette ragioni la cosa era ita tant’oltre che la lingua latina impoveriva dall’un canto e dall’altro imbarbariva effettivamente per grecismo come oggi l’italiana per francesismo. Ed è curioso come tristo l’osservare che, siccome la lingua latina rendé poi con usura il contraccambio di questo danno e di questa barbarie alla greca, quando già mezzo barbara le si riversò tutta, per cosí dire, nel seno, sotto Costantino e successori, cosí oggidí la lingua francese rende con eccessiva usura alla nostra quella corruttela che ne ricevé al tempo dei Medici in Francia ec. La lingua latina fu, per poco spazio, restituita, se non all’antica indole, certo a uno splendore somigliante all’antico (insieme colla letteratura parimente corrotta) da parecchi scrittori del secolo tra Nerva e Marcaurelio, fra’ quali Tacito ec., del che non è ora luogo a parlare. Solamente noterò per incidenza, e perché fa a questo discorso delle lingue, un parallelo curiosissimo che si può fare tra Frontone e i presenti ristoratori della lingua italiana.