Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/71
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che andò a Roma deliberato di gittarsi nel Tevere, perché sentiva dirsi ch’era un da nulla. Esempio mio stimolatissimo ad espormi a quanti pericoli potessi e anche uccidermi, la prima volta che mi venni in disprezzo. Effetto dell’amor proprio che preferisce la morte alla cognizione del proprio niente ec., onde quanto piú uno sarà egoista tanto piú fortemente e costantemente sarà spinto in questo caso ad uccidersi. E infatti l’amor della vita è l’amore del proprio bene; ora essa non parendo piú un bene, ec. ec.
* A un cavallo turco: Oh quanto tu sei meglio degli uomini del tuo paese.
* Colle persone colle quali penso di poter convenire non amo di parlare in compagnia, parte perché i circostanti non conoscendomi bene, giacché io non soglio farmi conoscer da tutti, darebbero di me a queste persone sia direttamente sia indirettamente una idea falsa; parte, perché io stesso per non entrare in dispute ch’io sfuggo a piú potere con quelli che hanno diversi principii, e per non obbligare quella stessa tal persona ch’io stimassi ad entrarvi, dissimulerei necessariamente, e cosí cercando d’ingannar gli altri ingannerei anche colui il quale mi crederebbe uno di quei tanti coi quali egli non può convenire.
* Io credo che la moltitudine assoluta di ciascuna specie di animali sia in ragion diretta della loro piccolezza. Senza dubbio una sola pianticella in una campagna contiene bene spesso piú formiche assai che non v’ha uomini in tutto quel campo. Cosí discorriamola. Vedi i naturalisti, e se questa osservazione sia stata fatta da nessuno di loro. Osservo anche la moltitudine degli uccelli, i cui stormi sono innumerabili, e nondimeno son vinti dalla folla degli animali piú