Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/629

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[p. 101 modifica] dell’animo ec. Cosí che non è vero che le cagioni di morte (e cosí dico, le cagioni di miserie, di sventure, dolori ec.) fossero maggiori anticamente, anzi all’opposto sono maggiori oggidí. Ed intendendo anche per vita, l’esistenza strettamente, si viene a conchiudere che la somma di questa era maggiore negli antichi governi e a causa degli antichi governi che ne’ presenti e a causa de’ presenti (8 febbraio 1821).


*    Alla p. 476. Vedi il ritratto di Silla in Sallustio, Bellum Iugurthinum, c. 99.


*    Alla p. 605, fine. Ma quando anche si supponga lo spirito assolutamente semplice e senza parti, non segue ch’egli non possa perire. Conosciamo noi la natura di un tal essere cosiffatto, per poter pronunziare s’egli è immortale o mortale? Non c’è che una maniera di perire, cioè il disciogliersi? Nella materia non ce n’è altra e però noi non conosciamo se non questa maniera; ma parimente non conosciamo altra maniera d’essere che quella della materia. Se una cosa può essere in maniera a noi del tutto