Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/544

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[p. 53 modifica] né sarà mai popolo, né forse individuo, a cui non derivino inconvenienti, incomodi, infelicità (e non poche né leggere) dalla natura e dai difetti intrinseci e ingeniti del suo governo, qualunque sia stato o sia o possa essere. Insomma, la perfezione di un governo umano è cosa totalmente impossibile e disperata e in un grado maggiore di quello che sia disperata la perfezione di ogni altra cosa umana. Eppure è certo che, se non tutti, certo molti governi sarebbero per se stessi buoni, e possiamo dire perfetti; e l’imperfezione loro, sebbene oggidí è innata ed essenziale per le qualità irrimediabili e immutabili degli uomini nelle cui mani necessariamente è riposto (giacché il governo non può camminar da se, né per molle e macchine, né per ministerio d’angeli o per altre forze naturali o soprannaturali, ma per ministerio d’uomini): tuttavia non è imperfezione primitiva e inerente all’idea del [p. 54 modifica]governo stesso, indipendentemente dalla considerazione de’ suoi ministri, né inerente alla natura dell’uomo, ancorché ridotto in società. Consideriamo.