Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4503
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* Forma diminutiva italiana in astro: Pollastro, vincastro ec. Disprezzativa: Giovinastro, medicastro, poetastro. ec. Fors’anche frequentativa, e in astrare. Cosí in francese: folâtre, folâtrer ec. (9 maggio). Verdastro, verdâtre per verdigno; e simili. Padrastro ec.
* Torreo-tostum-tostar, spagnuolo. Elixus, assus, forse participii; e quindi assare, elixare, forse continuativi. Livio VII, 10, linguam exserere, laddove l’antico annalista Quadrigario, appresso Gellio, IX, 13, al quale allude lo stesso Livio, linguam exsertare: benissimo Quadrigario: e non è frequentativo, ma continuativo, perchè, come ho detto altrove, il frequentativo indica il soler fare (a non certi intervalli e tempi) una cosa, e non il farla continuamente, di seguito e ripetutamente in un dato e piccolo spazio di tempo. Cosí considerati, anche i verbi in ico, e gli altri che si chiamano frequentativi, oltre quelli in ito, si vedranno essere piú propriamente continuativi (10 maggio 1829).
* Dal detto altrove sulla poesia di stile, quanta immaginazione richieda ec., apparisce che i veramente poeti di stile, sarebbero stati poeti d’invenzione, o per meglio dire, d’invenzion di cose, in altri tempi; e ch’essi sono i veri poeti de’ loro secoli ec. (10 maggio).
* Per molto che uno abbia letto, è ben difficile che al concepire un pensiero, lo creda suo, essendo d’altri; lo attribuisca all’intelletto, all’immaginazione propria, non appartenendo che alla memoria. Tali concezioni sono accompagnate da certa sensazione che distingue le originali dalle altre; e quel pensiero che porta seco la sensazione, per cosí dire, dell’originalità, verisimilissimamente non sarà stato mai concepito ugualmente da alcun altro, e sarà proprio e nuovo; dico, non quanto alla sostanza, ma quanto alla forma, che è tutto quel che si può pretendere. Giacché è noto che la novità della piú parte de’ pensieri