Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4483
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | 4482 | 4484 | ► |
* Alla p. 4437 (dove la sgrammaticatura continua e il balbettare viene dall’esser gli autori forestieri, grecizzanti non greci, o dall’affettare il dir non greco, l’imitazione del linguaggio scritturale dei Settanta ec.).
* L’imperfetto indicativo pel congiuntivo. Se io sapeva (avessi saputo) questo, non andava (non sarei andato) ec. Ch’ogni altra sua voglia Era (sarebbe stata) a me morte, ed a lei infamia rea. Petrarca, canz. Vergine bella. Anche il piú che perfetto. S’io era ito ec., non mi succedeva ec. E in francese si j’ètais (s’io fossi) ec. ec. - Pretto grecismo (4 aprile 1829).
* Ebbero anche i greci de’ libri di Mémoires secrets. Tali sono gli Aneddoti o Storia Arcana di Procopio, e gli altri mentovati dal Fabricio a questo proposito. Vedilo, Bibliotheca Graeca, t. VI, p. 253, sqq. e specialmente p. 255, nota (n) (4 aprile 1829).
* Sinizesi. Dittonghi ec. Deesse dissillabo. Cesare ap. Donat., Vit. Terent.
* Alla p. 4415. εἵνεκ᾽ ἀοιδῆς ῝Ην νέον ὲν δέλτοισιν ἐμοῖς ἐπὶ γούνασι θῆκα; gratia carminis Quod nuper in libellis meis (meglio mea, cioè genua) super genua posui. Batracom., v. 2, 3. E la Batracomiomachia è pure una parodia omerica. Eschilo fu nel V secolo av. G. C., nato circa il 525 (4 aprile 1829). Δέλτοι pugillares qui forma litterae Δ plicabantur: postea quivis liber. Scapula.
* L’interesse nell’epopea, nel dramma, non nasce dal nazionale, ma dal noto, dal familiare. Se le cose e le persone antiche e straniere ci sono (come sono in fatti) tuttavia piú note, piú familiari, piú ricche di rimembranze che le nazionali e le moderne, anzi se le nazionali non ci sono né familiari né cognite; la conseguenza è chiara, quanto alla scelta dei soggetti, volendo cercare il piacere. I nazionali nostri sono i greci, i romani, gli ebrei ec., coi quali siamo convissuti fin da fanciulli (5 aprile, domenica di Passione, 1829). Volendo poi mirare all’utile, è un altro affare; ma in tal caso non bisogna dimenticare quel detto della Staël (Corinne, liv. VII, ch. 1): Il (Alfieri ) a voulu marcher par la littérature à un but politique: ce