Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4394
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epicis Carminibus, at certe Archilochus, Alcman, Pisander, Arion et horum aequales: tamen si de universa Graecia et paullo tritiore usu artis institutoque conscribendorum librorum quaeris, illud removendum non esse a Thaletis, Solonis, Pisistrati et eorum, qui Sapientes appellantur, aetate, i.e. ea qua oratio metro solvi coepit, ita significat nobis historia artium Graecarum omnium, ut infantiam suam obliti populi testimonium minime desiderandum videatur. De cultura prosae orationis ineunte saeculo ante Chr. VI a pluribus et ipso Solone inchoata, deque causis novi incepti nihil hic habeo dicere: et quae ex veterum locis hauriri possunt, dicta sunt omnia etc. Wolf, § 17, p. lxix-lxxi. - De cultura prosae, cioè della prosa cớlta in qualche modo e letteraria. Ma di una prosa rozza e mal culta, e simile a quella de’ nostri ducentisti, niente impedisce di credere ch’ella fosse scritta in libri e privatamente (poiché in monumenti pubblici non è dubbio) innanzi che si scrivessero versi: anzi la verisimiglianza mi pare che vi conduca, ed io sono di questa opinione, a differenza di ciò che sembra credere il Wolf. Però se per letteratura s’intendano libri scritti, io stimo, contro quello che si crede generalmente, che la letteratura prosaica precedesse in Grecia la poetica, cioè la scrittura della poesia (25 settembre 1828).
* Il Wolf conosce e cita per averlo preceduto nell’opinione che le poesie omeriche non fossero scritte, se non dopo, oltre Giuseppe ebreo, il Wood (inglese), il Rousseau e il Mairan; per l’opinione