Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4272
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agli efimeri, che vivono nello stato di larve e di ninfe per ispazio di un anno, alcuni di due anni, altri di tre, sempre affaticandosi per arrivare a quello d’insetti alati, nel quale non durano piú di due, di tre, o di quattro giorni, secondo le specie; e alcune non piú di una sola notte, tanto che mai non veggono il sole; altre non piú di una, di due o di tre ore) (Encyclopédie, art. éphémères) (2 aprile 1827).
* Pavot non sembra essere che un diminutivo positivato di papaver; contratte, per corrotta e precipitata pronunzia, le due prime sillabe pa in una sola.
* Un uomo disarmato, alle prese con una bestia di corporatura e di forze uguale a lui, per esempio con un grosso cane, difficilmente resterà superiore, verisimilmente sarà vinto. Per vincere, gli bisogna qualche arma, che diagli una forza non naturale, e una decisa superiorità. La ragione è perché il cane vi adopra e vi mette tutto se stesso, fa ancor piú del suo potere; dove che l’uomo riserva sempre una gran parte di se medesimo fuor di fazione, e fa sempre meno di quello che può. Il cane non guarda a pericolo, non considera, non usa prudenza. L’uomo al contrario, se non è disperato affatto, stato al quale egli arriva difficilmente, eziandio che abbia piena ragione di disperarsi. Egli si risparmia sempre, perché sempre spera; e cosí risparmiandosi, non ottiene quello che la speranza gli promette, o non fugge quello che egli sperasi di fuggire; quello che, se non lo sperasse, otterrebbe o fuggirebbe. E che questa sia veramente la cagion di ciò, vedetelo in un fanciullo: il quale assai piú facilmente che un uomo riuscirà pari o superiore in una zuffa con un animale di forze uguali alle sue; zuffa che egli medesimo talvolta attaccherà volontariamente. Il fanciullo, e piú il bambino, adopra tutto se stesso, come una bestia, o poco meno. E per questo lato io non trovo niente d’inverisimile nella favola di Ercole bambino, strozzatore dei due serpenti. E la crederò vera piú facilmente che quella del medesimo Ercole adulto, sbranatore del leone nemeo, senza altre armi che le sue braccia, come nell’altra battaglia, cioè in quella dei serpenti (3 aprile 1827).
* Fouiller probabilmente è da fodere, e quindi fratello di fodicare.