Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4248
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* ἐθέλειν per δύνασθαι. Vedi Casaub. ad Athenae., l. VIII, c. 10 sulla fine. Platone, ediz. Astii, t. IV, p. 104, linea 23, p. 200, linea 9.
* μοχθηρος ha diverso accento quando si scrive per infelice e quando per malvagio; μόχθηρος o μοχθηρὸς; come ho notato altrove di πονηρος. Puoi vedere Casaub., ad Athenae., l. VIII, c. 10, titul. et init.
* Del digamma eolico vedi Casaub., ad Athenae., l. VIII, c. 11 due volte.
* Al detto altrove di curtus, cortar, scortare, scorciare, accorciare ec. aggiungi accortare.
* Metior iris-metor aris. Ed anche metio (Lattanzio ha metiebantur passivo) e meto.
* Capperi. Origine greca di questa esclamazione. Vedi Menag., ad Laert., l. VII, segm.32.
* ‘Pακεία-racaille. Vedi Casaub., ad Athenae, l. IX, c. 5. Sottosopra, sossopra, sozzopra ec. - ἄνω κάτω.
* Assegnato per parco ec. Vedi Crusca e Caro, lettera 175, vol. I.
* Certo molte cose nella natura vanno bene, cioè vanno in modo che esse cose si possono conservare e durare, che altrimenti non potrebbero. Ma infinite (e forse in piú numero che quelle) vanno male, e sono combinate male, sí morali sí fisiche, con estremo incomodo delle creature; le quali cose di leggieri si sarebbono potute combinar bene. Pure, perch’elle non distruggono l’ordine presente delle cose, vanno naturalmente e regolarmente male, e sono mali naturali e regolari. Ma noi da queste non argomentiamo già che la fabbrica dell’universo sia opera di causa non intelligente; benché da quelle cose che vanno bene crediamo poter con certezza argomentare che l’universo sia fattura di una intelligenza. Noi diciamo che questi mali sono misteri; che paiono mali a noi, ma non sono; benché non ci cade in mente di dubitare che anche quei beni sieno misteri, e che ci paiano beni e non siano. Queste considerazioni confermano il sistema di Stratone da Lampsaco, spiegato da me in un’operetta a posta (18 febbraio, domenica di Sessagesima, 1827).
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Αλλος ridondante. Vedi Casaub., ad Athenae., l. IX, c. 10, dopo il mezzo, dove il Casaubono non pare avere atteso a questa proprietà del grecismo, né compresala bene.
* Alla p. 4184. Del resto, io posso per la mia inclinazione alla monofagia esser paragonato all’uccello che i greci chiamavano porfirione, se è vero quel che ne raccontano Ateneo ed Eliano, che quando esso mangia abbia a male i testimoni. Vedi Casaub., ad Athenae., IX, c. 10, sotto il principio. Vedi p. 4422.