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(4248-4249) | pensieri | 187 |
* Assegnato per parco ec. Vedi Crusca e Caro, lettera 175, vol. I.
* Certo molte cose nella natura vanno bene, cioè vanno in modo che esse cose si possono conservare e durare, che altrimenti non potrebbero. Ma infinite (e forse in piú numero che quelle) vanno male, e sono combinate male, sí morali sí fisiche, con estremo incomodo delle creature; le quali cose di leggieri si sarebbono potute combinar bene. Pure, perch’elle non distruggono l’ordine presente delle cose, vanno naturalmente e regolarmente male, e sono mali naturali e regolari. Ma noi da queste non argomentiamo già che la fabbrica dell’universo sia opera di causa non intelligente; benché da quelle cose che vanno bene crediamo poter con certezza argomentare che l’universo sia fattura di una intelligenza. Noi diciamo che questi mali sono misteri; che paiono mali a noi, ma non sono; benché non ci cade in mente di dubitare che anche quei beni sieno misteri, e che ci paiano beni e non siano. Queste considerazioni confermano il sistema di Stratone da Lampsaco, spiegato da me in un’operetta a posta (18 febbraio, domenica di Sessagesima, 1827).
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Αλλος ridondante. Vedi Casaub., ad Athenae., l. IX, c. 10, dopo il mezzo, dove il Casaubono non pare avere atteso a questa proprietà del grecismo, né compresala bene.
* Alla p. 4184. Del resto, io posso per la mia inclinazione alla monofagia esser paragonato all’uccello che i greci chiamavano porfirione, se è vero quel che ne raccontano Ateneo ed Eliano, che quando esso mangia abbia a male i testimoni. Vedi Casaub., ad Athenae., IX, c. 10, sotto il principio. Vedi p. 4422. (4249)