Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4243

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[p. 179 modifica] un amor della vita. Esso è un ragionamento, non un sentimento: però non può essere innato. Sentimento è l’amor proprio, di cui l’amor della vita è una naturale, benché falsa conclusione. Ma di esso altresí è conclusione (bensí non naturale) quella di chi risolve uccidersi da se stesso (8, 1827).


*    Senza piú oltre, o piú avanti o innanzi pensare, e simili, vagliono spesse volte semplicemente senza punto pensare. Cosí senza pensar piú là. Cosí senza piú, o solo o accompagnato con verbi (senza piú pensare) o con nomi, equivale spesso a senza nulla o niuno, appunto come in ispagnuolo mas per niuno, del che altrove. Senza pensar piú oltre. Vedi Firenzuola, Ragionamenti, ediz. Classici italiani, p. 229, cioè penult.; Bembo, Asolani p. 10, col. 1, fin., nelle sue Opere,


*    Della diffusione della lingua italiana presso gli stranieri nel Cinquecento, vedi anche Speroni Orazione [p. 180 modifica]in lode del Bembo. Tasso, Opere, ediz. del Mauro, t. IX, p. 148, lett. 238; Lettere di Principi o a Principi, Venezia, 1573, carta 426, verso.


*    Disprezzo e ignoranza dei greci per la letteratura latina. Vedi Speroni, Dialoghi, ediz. Venezia, 1596, p. 420. - Si potrebbero in ciò i greci assomigliare ai francesi.


*    Trovasi anco in inglese lo scambio della s coll’aspirazione. Salle francese - hall inglese.


*    Altro per niuno o niente. Firenzuola, Ragionamenti, ediz. dei Classici italiani, p. 89, linea 2, p. 230, cioè ultima.


*    «Tu profferisti chiunque con due sillabe; la qual parola non mi voglio ricordare che si truovi se non con tre.» Firenzuola, loc. cit. qui sopra, p. 84. Vuol dire non mi vuol venire alla mente, non mi posso ricordare. Grecismo, simile alla p. 162. «Lucrezia, che cosí mi voglio ricordar che fusse il nome della vedova.» Cioè cosí mi vuol dire, cosí mi dice, la memoria; cosí mi pare, mi vien fatto, di ricordarmi (domenica 14, 1827).


*    Mia, tua, sua plurali fiorentini, e antichi.


*    Alla p. 4156. A noi non pare che cosí fatti sfoghi, questo gridare, questo pianger forte, strapparsi i capelli, gittarsi in terra, voltolarsi, dar del capo nelle pareti, cose usate nelle sventure dagli antichi, usate dai selvaggi, usate tra noi oggidí dalle genti del volgo, possano essere di niun conforto al dolore; e