Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4234

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*   Έλένη cambiata in Σελήνη nei primi secoli della nostra era. Vedi Maffei, Arte magica annichilata, lib. III, cap. 5, § 3; Opere, ediz. del Rubbi, t. II, p. 204.


*    Uso di porre il g avanti la n (come in cognosco, agnosco, agnatus, da nosco e natus), del quale in questi pensieri altrove. Vedi Maffei, appendice all’Arte magica annichilata; Opere, ediz. del Rubbi, volume II, p. 320.


*    Quanta fosse fin nel principio del secolo addietro la fama della letteratura italiana e lo studio che vi mettevano gli stranieri, si può conoscere anche da questo fatto, poco noto oggidí, che come nel fine di detto secolo si pubblicò in Ginevra il famoso Giornale della Bibliothèque britannique, espressamente per far conoscere e tenere al corrente l’Europa dei progressi ec. della letteratura inglese, cosí nel principio di esso secolo, usciva a Ginevra altresí, un Giornale intitolato Bibliothèque italique, ou histoire littéraire de l’Italie, il quale aveva lo stesso scopo, rispetto all’Italia. Di tanto ancora era stimata degna la nostra letteratura. Vedi le Opere del Maffei, ediz. del Rubbi, vol. IV, p. 7, segg., dove questo giornale è chiamato un’opera che nacque in Francia con sommo credito, perché composta da sette sapienti, e se ne citano gli estratti della Verona illustrata presi dal tomo XV, XVI e XVII di esso giornale; e il tomo XXI, p. 8, dove si cita l’anno 1728 del medesimo Giornale. Vedi p. 4264, fine.


*    Alla p. 4216, margine. Cosí il Maffei intitolò: Storia diplomatica, o piuttosto, come voleva egli, Storia de’ Di[p. 169 modifica] (vedi le sue Opere, ediz. del Rubbi, t. 21, p. 7, fine), la sua opera contenente la scienza o notizia de’ diplomi.


*    La poesia, quanto a’ generi, non ha in sostanza che tre vere e grandi divisioni: lirico, epico e drammatico. Il lirico, primogenito di tutti, proprio di ogni nazione anche selvaggia; piú nobile e piú poetico d’ogni altro; vera e pura poesia in tutta la sua estensione; proprio d’ogni uomo anche incolto, che cerca di ricrearsi o di consolarsi col canto, e colle parole misurate in qualunque modo e coll’armonia; espressione libera e schietta di qualunque affetto vivo e ben sentito dell’uomo. L’epico nacque dopo questo e da questo; non è in certo modo che un’amplificazione del lirico, o vogliam dire il genere lirico che tra gli altri suoi mezzi e subbietti ha assunta